venerdì 9 aprile 2010

Come manovrare l'elefante climatico



Esce su "The Oil Drum" un post di Ugo Bardi che usa la metafora dell'elefante per discutere il problema del controllo dei sistemi complessi. L'idea dell'analogia con gli elefanti viene da un racconto di Kipling, "Toomai degli Elefanti", molto bello e ancora da leggere.

Il post su "The Oil Drum" è dedicato al concetto che i sistemi complessi sono dominati da relazioni interne di "feedback" e hanno la caratteristica di reagire spesso in modo inaspettato alle perturbazioni esterne. Non è detto che l'elefante sia contento di andare dove il conduttore vuole che vada e potrebbe anche reagire molto male.

Questo tipo di reazione la vediamo bene quando si cerca di dirigere sistemi complessi come l'economia mondiale, in relazione sia all'esaurimento delle risorse sia al cambiamento climatico. Il post su "The Oil Drum" accenna soltanto al problema del clima come sistema complesso. Però la questione andrebbe approfondita: il clima è complesso di per se ed è anche complesso perché è inestricabilmente legato all'attività umana.

Nel campo del clima vediamo un gran numero di effetti di feedback al lavoro. Ci sono feedback positivi di tipo fisico: ovvero, per esempio, il possible rilascio degli idrati di metano dagli idrati che potrebbe portare a un riscaldamento globale rapido e incontrollato. E ci sono effetti di feedback di tipo socio-economico e anche psicologico. C'è stato chi ha provato a proporre dei modi per sterzare il sistema verso direzioni che non portano alla catastrofe, ma la reazione è stata molto aggressiva. Lo abbiamo visto nel caso della storia dei "Limiti dello Sviluppo" e lo vediamo oggi nel caso dell'attacco alla scienza del clima. La reazione. La reazione delle lobbies del petrolio e del carbone contro i tentativi di sterzare il sistema verso minori emissioni di CO2 è stata pari a quella di un elefante imbizzarrito che cerca di disarcionare il suo conduttore.

Quindi, dirigere i sistemi complessi (e anche gli elefanti) rimane una cosa molto difficile. Tuttavia, stiamo imparando molte cose dal tempo in cui Wiener aveva proposto la nuova scienza che lui aveva chiamato "cibernetica". Più tardi, Jay Forrester aveva sviluppato la sua idea dei "punti critici" o "punti leva" del sistema, dove si poteva intervenire con minimo sforzo per modificare il comportamente del sistema.

Qual'è il punto critico del sistema climatico? Certamente sono le emissioni di CO2 e di altri gas climalteranti. Agire su questo punto leva è fondamentale per controllare il sistema climatico. Purtroppo non stiamo riuscendo a ridurre le emissioni - al contrario stiamo immettendo sempre più gas climalteranti nel sistema. Il risultato è che il sistema climatico sta sterzando in direzioni che lo rendono sempre più incontrollabile. Probabilmente dovremmo cercare di agire in modo diverso rispetto al tentativo di imporre dei limiti alle emissioni potremmo intervenire in modo molto deciso promuovendo le energie rinnovabili in modo da far si che i combustibili fossili diventino anti-economici. Questo lo si potrebbe fare, per esempio, con una carbon tax che non fosse semplicemente simbolico (e che esistesse per davvero). Ma anche su questo punto c'è da aspettarsi una reazione piuttosto violenta dall'elefante socioeconomico.

Insomma, in questa fase possiamo solo sperare che l'evoluzione del clima renda la necessità di provvedimenti urgenti talmente evidenti che ci si metta daccordo per realizzarli. Sperando che non sia già troppo tardi.


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L'articolo completo di Ugo Bardi si trova a questo link.

Da leggere anche l'articolo di Donella Meadows sui punti critici dei sistemi a questo link

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Ringrazio il consorzio  Costellazione Apulia per avermi dato la possibilità di fare questa presentazione sugli elefanti in un ambiente amichevole e stimolante all'incontro "Raccontami una Storia" in Martina Franca, il 19 Marzo 2010.