sabato 29 marzo 2014

Gli scienziati del clima: Noi siamo preoccupati. Ecco perché dovreste esserlo anche voi.

Da “Climate Progress”. Traduzione di MR

Di Joe Romm

Questa settimana, la più grande società scientifica generale, L'Associazione Americana per il Progresso della Scienza, ha pubblicato un appello insolitamente schietto per agire rispetto al cambiamento climatico. Il nuovo rapporto da leggere del Gruppo Scientifico per il Clima della AAAS, “Ciò che sappiamo” ha diversi messaggi semplici:
Siamo sicuri che gli esseri umani sono responsabili del cambiamento climatico più recente quanto lo siamo del fatto che le sigarette uccidono:

Gli scienziati del clima concordano: il cambiamento climatico sta avvenendo qui ed ora. Sulla base di prove ben fondate, circa il 97% degli scienziati climatici hanno concluso che il cambiamento climatico antropogenico sta avvenendo...
La scienza che collega le attività umane al cambiamento climatico è simile alla scienza che collega il fumo alle malattie polmonari e cardiovascolari. Fisici, scienziati cardiovascolari, esperti di salute pubblica ed altri concordano che fumare provochi il cancro. E questo consenso all'interno della comunità medica ha convinto gran parte degli americani che i rischi per la salute che provengono dal fumo sono reali. Un consenso analogo ora esiste fra gli scienziati del clima, un consenso che sostiene che il cambiamento climatico sta avvenendo e che l'attività umana ne è la causa.

Che tipo di cambiamento sta già avvenendo?

La temperatura media globale è aumentata di circa 0,8°C negli ultimi 100 anni. Il livello del mare sta salendo ed alcuni tipi di eventi estremi – come ondate di calore ed eventi di forti precipitazioni – stanno avvenendo più di frequente. Le recenti scoperte scientifiche indicano che è probabile che il cambiamento climatico sia responsabile di molti di questi eventi degli ultimi anni.
 
Qual è il pericolo dell'inazione continuata?

Siamo a rischio di spingere il nostro sistema climatico verso cambiamenti repentini, imprevedibili e potenzialmente irreversibili con impatti altamente dannosi....
Possiamo pensare a ciò come ad una improvvisa frenata climatica e una sterzata mancata in cui il problema e le sue conseguenze non sono più cose che possiamo controllare. In termini climatici, cambiamento repentino significa cambiamento che avviene in periodi di decenni o persino di anni.

Dobbiamo agire adesso?

Prima agiamo, più basso sarà il rischio ed il costo. E c'è molto che possiamo fare. Aspettare per agire aumenterà inevitabilmente i costi, il rischio e precluderà delle opzioni per affrontare il rischio. Il CO2 che produciamo si accumula nell'atmosfera della Terra per decenni, per secoli e anche di più. Non è come l'inquinamento da smog e da rifiuti nei nostri laghi e fiumi, dove i livelli rispondono rapidamente agli effetti di politiche mirate.

Quando è stato chiesto in conferenza stampa il perché l'AAAS abbia sentito il bisogno di fornire al pubblico e ai decisori politici l'ennesimo rapporto, il dottor Dr. James McCarthy, professore di oceanografia ad Harvard ed ex presidente di AAAS, ha detto “Il pubblico è stato disinformato da una colossale campagna di disinformazione”. Gli scienziati devono esprimersi con forza e spesso, perché il tema è troppo importante da lasciare in mano ai disinformatori. MacCarthy ha anche espresso un punto che mi è sembrato un punto chiave:

Il concetto di rischio – il rischio dell'inazione – è una cosa che non è stata realmente enfatizzata. E si deve pensare che 20 o 10 anni fa – ciò che abbiamo immaginato 20 anni fa sulla perdita di ghiaccio marino artico – non si pensava che fosse qualcosa che avrebbe destato preoccupazione in questo secolo. Dieci anni dopo, circa nel 2000, sapevamo di essere su una traiettoria che non poteva essere prevista. Dieci anni fa, in quello stesso periodo, non si era pensato che la Groenlandia avrebbe perso ghiaccio drammaticamente nei prossimi decenni, ma nel giro di pochi anni ci siamo resi conto che questo era sbagliato.

Troppi rapporti climatici omettono di concentrarsi su quale sia il rischio dell'inazione. Ma questo no. Alla conferenza includeva era presente anche il dottor Robert Litterman, Senior Partner e Presidente del Comitato di Rischio di Kepos Capital. Litterman ha detto:

Il problema nello stimare l'incentivo appropriato è più che altro il rischio. In altre parole, i risultati attesi sono stati la determinante dominante di ciò che sono state quelle stime in passato. Non sono sicuro se si è preso adeguatamente in considerazione la potenzialità che le cose siano peggiori del previsto. Si deve davvero pensare agli scenari peggiori quando si pensa alla gestione del rischio. Quando c'è un problema di gestione del rischio, pensare allo scenario peggiore non è allarmismo – è solo parte del lavoro. E quegli scenari peggiori sono parte di ciò che guida i prezzi.

Questo è il punto chiave che è stato posto anche dall'economista di Harvard Martin Weitzman, che ha spiegato che le analisi costi-benefici del clima sono “insolitamente fuorvianti”, avvertendo i suoi colleghi che “potremmo illudere noi stessi a e gli altri”. Nel caso del cambiamento climatico lo scenario peggiore è la fine della civiltà moderna per come la conosciamo, un mondo post 2050 che ha una capacità di carico considerevolmente al di sotto dei 9 miliardi di persone – e che continua a declinare decennio dopo decennio. Tuttavia è del tutto certo che raggiungeremo questo scenario peggiore se continuiamo meramente sul nostro percorso business as usual di inazione climatica per pochi decenni ancora. Questo è il perché dobbiamo pagare qualsiasi prezzo a sopportare qualsiasi fardello per evitare lo scenario peggiore. Questo rapporto è un buon antidoto per i non scienziati che dichiarano che il riscaldamento globale non rende il meteo più estremo e distruttivo:

Il riscaldamento globale ha cambiato gli schemi delle precipitazioni in tutto il mondo. Le alluvioni nella metà settentrionale degli Stati Uniti orientali, sulle Grandi Pianure e su gran parte del Midwest, sono aumentate, specialmente durante gli ultimi decenni. Queste tendenza delle alluvioni regionali nel nord est e nella parte settentrionale del Midewest sono collegate agli aumenti di precipitazione estrema e sono coerenti con le tendenze globali alimentate dal cambiamento climatico. Allo stesso tempo, aree come il sud est degli Stati Uniti stanno vivendo più siccità e anche queste sono coerenti con gli schemi globali di cambiamento climatico previste dai modelli come conseguenza dell'aumento dei livelli di CO2. Dal 185, le ondate di calore sono diventate più lunghe e più frequenti. Uno studio indica che l'area globale colpita dalle temperature estive estremamente calde è aumentata di 50 volte e l'impronta digitale del riscaldamento globale è stata fermamente identificata in queste tendenze. Negli Stati Uniti, le nuove temperature massime record ora superano regolarmente quelle minime di un rapporto 2:1. Il cambiamento climatico ha amplificato la minaccia di incendi in molti luoghi. Negli Stato Uniti occidentali, sia l'area bruciata dagli incendi sia la durata della stagione degli incendi stessi sono aumentati sostanzialmente negli ultimi decenni. Fusione del ghiaccio primaverile anticipata ed alte temperature primaverili ed estive contribuiscono a questo cambiamento. Il cambiamento climatico ha aumentato la minaccia dei “mega-incendi” - grandi incendi che bruciano grandi aree in proporzione. Il riscaldamento ha anche portato alla presenza di incendi in regioni dov'erano stati assenti nella storia recente.

Complimenti al AAAS per questo rapporto. Si sono uniti all'Accademia Nazionale delle Scienze degli Stati Uniti ed alla Royal Society del Regno Unito per produrre un rapporto climatico nuovo e ben leggibile, anche se l'AAAS ha fatto un lavoro migliore nell'illustrare senza mezzi termini i rischi. La linea di fondo: se un organo generalmente compassato e orientato al consenso come l'AAAS è allarmato, allora dovremmo esserlo anche tutti noi. Come ha spiegato nel 2010 il climatologo Lonnie Thompson:

I climatologi, come gli altri scienziati, tendono ad essere un gruppo ottuso. Non ci è dato abbandonarci a farneticazioni teatrali sulla caduta dei cieli. Gran parte di noi è di gran lunga a proprio agio nel proprio laboratorio o a raccogliere dati sul campo rispetto a rilasciare interviste ai giornalisti o a parlare di fronte ai comitati del Congresso. Allora perché i climatologi si pronunciano sui pericoli del riscaldamento globale? La risposta è che praticamente ognuno di noi ora è convinto che il riscaldamento globale pone un pericolo chiaro e reale alla civiltà.