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venerdì 25 febbraio 2011

L'armata dei robot negazionisti (III): come difendersi


Questo è il terzo post di una piccola serie sull'argomento (qui e qui) di un nuovo imbroglio che ci stanno propinando. E' venuto fuori ultimamente che esistono dei software di "gestione del personaggio" che permettono ai disinformatori di apparire sul web con multiple personalità per promuovere gli interessi delle lobby che li pagano. Qui, provo a proporre qualche metodo per difendersi da questa gente (se sono gente).


L'internet ci era parso fino ad oggi una specie di "agorà virtuale," un luogo di discussione libero per tutti, dove c'era tanto spazio per presentare le proprie idee. Insomma, il luogo ideale per la democrazia partecipata.

Invece, si sta rivelando una specie di oscuro tunnel dell'orrore dove non sai mai veramente con chi stai parlando; se hai di fronte una persona normale oppure un vampiro sotto mentite spoglie che sta solo aspettando l'occasione buona per saltarti addosso e succhiarti il sangue.

Le ultime novità sono veramente agghiaccianti. Non solo l'internet è pieno di gente pagata per imbrogliarci, ma questi fanno uso anche di programmi sofisticati di "gestione del personaggio" per apparire con false identità multiple e imbrogliarti ancora di più. Sono dei veri robot-disinformatori che girano su internet. Questa cosa ricorda un po' il vangelo, quando Cristo interroga il demonio che ha posseduto l'indemoniato e quello risponde "siamo legione."

Sembrerebbe che, per fortuna, in Italia questi software per imbroglioni ancora non siano utilizzati - o forse semplicemente non ancora diffusi. Comunque, ci sono già abbastanza imbrogli in giro per cui dobbiamo difenderci. Continuare ad assumere che i nostri interlocutori siano persone oneste e disinteressate si sta rivelando un errore clamoroso.

Allora, su questo argomento ci ho ragionato sopra parecchio e credo di poter proporre qualche idea. In sostanza, a mio parere dovremmo cercare di usare queste strategie:

1. Strutturare l'informazione. Questo vuol dire avere chiaro che non tutte le informazioni hanno lo stesso peso e la stessa validità. Quando si tratta, per esempio, della salute di qualcuno, l'opinione di un medico vale di più di quella di un meccanico di biciclette. Quando si parla di clima, l'opinione di un climatologo vale di più di quella di un veterinario, e così via. A parte le qualifiche formali, in generale l'opinione di una persona che ha una faccia e un nome e cognome vale di più di quella di un anonimo che si presenta soltanto con un nick. L'informazione deve essere strutturata in modo da tener conto di questo diverso valore.

Per esempio, un blog è già più strutturato di altri sistemi. In un blog c'è un "punto focale" che è il post. C'è un autore che ha una sua storia e un suo prestigio; c'è una storia del blog che ha un suo impatto - anche quantificabile con wikio e cose simili. Tutto questo da un'idea del valore informativo del post stesso. I commenti, invece, sono informazione di "secondo livello," più basso se vogliamo. Arriva uno sconosciuto che commenta con un nick non riconoscibile - questo commento ha un valore inferiore - un fatto che va messo in luce nella moderazione. Si possono e si devono limitare i commenti che sono chiaramente di basso valore, sparati unicamente per far confusione. 

Al contrario, sistemi come i "forum" sono pessimi in questo senso, dato che non c'è una buona strutturazione. Spesso la discussione è solo una serie di commenti e contro-commenti dove è più difficile distinguere il buono dal cattivo. Allora, bisogna cercare di usare strumenti adatti alla strutturazione dell'informazione - come i blog - e non usare, o usare di meno, gli strumenti meno adatti, tipo i forum.


2. Metterci la faccia. Messaggio e messaggero non sono due cose indipendenti. Il tuo messaggio può essere corretto, ma devi metterci la faccia per essere creduto. Fateci caso, le persone di cui vi fidate sul web sono tutte persone che hanno un nome e un cognome. La fiducia si ottiene esponendosi personalmente; altrimenti vuol dire che sei tu il primo a non credere a quello che stai dicendo. Questo è un punto che avevo già fatto in un post di due anni fa quando avevo notato come, fra le altre cose, i politici in campagna elettorale ci "mettono la faccia" sui manifesti. 

Il fatto di metterci la faccia ti da anche un arma contro robot, astroturfers, troll e tutte le diavolerie che infestano l'internet. Questi, o non hanno faccia (robot) oppure se ce l'hanno si vergognano a metterla in pubblico (troll e astroturfer).

Questo non vuol dire necessariamente che si devono bandire i nick - c'è chi la sua faccia se l'è creata con un nick; ma si sa anche chi è in realtà la persona dietro il nick - per esempio, Paolo Attivissimo è ben noto con il suo nick "il disinformatico." Oppure "Greenman" di "Climate Crock of the Week" che si sa che è una persona chiamate Peter Sinclair.

Il nick può essere una cosa carina, ma non deve servire per nascondere la mano dopo che lancia il sasso. Così, a parte casi evidenti di necessità di rimanere anonimi, chi non ha il coraggio di rendere noto il suo nome e cognome in una discussione è un vigliacco e come tale va trattato.


3. Non farsi fregare. Questo vuol dire essere sempre all'erta e partire dal concetto che quando parli con qualcuno che non conosci - e del quale non hai nemmeno nome e cognome - è possibile; anzi, probabile, che stai parlando con uno che è pagato per fregarti. Allora, non devi fare l'errore di dargli spazio in nome della libertà di parola. La libertà di parola ce l'ha lui (o lei) nel suo blog o nel suo sito, o dove vuole; sull'internet c'è posto per tutti. Ma tu non sei tenuto a dare pubblicità gratuita a un vigliacco senza nome (o a un robot) sul tuo blog.

In realtà, non è nemmeno molto difficile distinguere i robot e gli astroturfers dalle persone normali, Tipicamente, questi non sono in grado di passare il test di Turing (nemmeno se umani!!). Li riconosci per la loro vuota aggressività, per l'uso di termini inflazionati ("serristi" è uno tipico), per il ripetere ossessivamente sempre le stesse cose, per sparare link a caso, insomma è uno stile abbastanza evidente.

In pratica, bisogna essere decisi (e anche spietati) nella gestione dei commenti. Tagliare dove necessario, non farsi trascinare in discussioni insensate e - quando ci vuole - dire a questa gente (se sono gente) quello che si meritano.


Non che tutto questo sia un rimedio perfetto agli attacchi da parte delle lobby anti-scienza. Ma, perlomeno, dobbiamo cercare di capire e seguire lo sviluppo rapidissimo dell'informazione su internet senza rimanere fissati sul passato. Ovvero, non possiamo trattare l'internet secondo paradigmi obsoleti, tipo quello "assembleare" che si usava nel '68. Non funziona così; l'internet è una cosa ben diversa e va capita.

Verrebbe da pensare, in effetti, se non sarebbe il caso di utilizzare tecniche di disinformazione - tipo i robot-personaggio - per scopi buoni. Direi che è assolutamente sconsigliabile: si sa che la magia nera non si può usare per scopi buoni (come ci insegna Topolino nell' "Apprendista Stregone"). Se uno ha il coraggio delle proprie idee, di queste tecniche non ha bisogno -  lasciamole agli imbroglioni che sono pagati apposta per utilizzarle.